20 aprile 2024
ore 16:03
di Francesco Nucera
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 Per tutti

La dinamica della circolazione atmosferica a lenta evoluzione è il fattore principale che ha portato l'intensa perturbazione responsabile di un evento estremo piovoso a Dubai e nel Medio Oriente. La circolazione atmosferica include principalmente: il passaggio di una fresca bassa pressione in quota, una quantità di vapore acqueo potenzialmente precipitabile a livelli record in arrivo dalle zone tropicali, la forte instabilità che ha dato lungo ad ammassi temporaleschi a mesoscala capaci di generare elevati picchi di pioggia. Le condizioni meteorologiche estreme sono state previste dai modelli numerici con una settimana di anticipo su una zona molto vasta del Medio Oriente.

È importante notare che episodi di piogge intense non sono insoliti nei deserti, come dimostrano i dati storici che registrano numerosi eventi alluvionali soprattutto nei mesi di marzo e aprile. Le aree desertiche sono caratterizzate di tanto in tanto da picchi elevati, generati da ammassi temporaleschi molto estesi che vengono alimentati dal molto vapore di origine tropicale.

Il cloud seeding funziona attraverso la dispersione di sostanze chimiche come ioduro d'argento o cloruro di sodio nelle nuvole, che promuovono la formazione di goccioline d'acqua. Nonostante la sua utilità, il cloud seeding rimane oggetto di dibattito per quanto riguarda l'efficacia. Il cloud seeding può influenzare localmente le precipitazioni ma non è in grado di modificare in maniera significativa gli eventi piovosi soprattutto su un'area vasta come nel caso specifico dove i dubbi rimangono.

Il professor Ambaum dell'Università di Reading, a tal proposito, afferma che il "cloud seeding non è stato eseguito prima dell'alluvione di Dubai, né avrebbe comunque avuto un impatto significativo".

Gli Emirati Arabi sono uno dei paesi più attivi nel campo del cloud seeding, ma è cruciale distinguere tra le capacità reali di questa tecnologia e le aspettative spesso esagerate su ciò che può effettivamente ottenere. Procedere con il cloud seeding non avrebbe avuto vantaggi significativi, dato che i modelli numerici prevedevano già di per sé un intenso evento alluvionale in arrivo con largo anticipo. 

I modelli numerici non includono il cloud seeding nelle loro simulazioni per cui una settimana prima non potevano essere a conoscenza di una eventuale tecnica di cloud seeding per i loro calcoli. Questo sottolinea che le precipitazioni erano principalmente il risultato di processi meteorologici.

Il cloud seeding non è una panacea e comunque l'efficacia di questa tecnica non deve distogliere l'attenzione dal cambiamento climatico; il cambiamento climatico probabilmente sta contribuendo a questi tipi di fenomeni anche se sul caso in esame  è prematuro poter trarre conclusioni circa i dati limitati. In un mondo più caldo tuttavia le masse d'aria contengono più vapore. Gli scienziati avvertono da molti anni che tali eventi estremi diventeranno più probabili per via del riscaldamento globale.


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